martedì 29 marzo 2011

Singapore

Atterriamo all'aeroporto di Singapore. Il disordine lascia il posto all'ordine, alla pulizia, alle dimensioni gigantesche. Moquette per tutto l'aeroporto, pulizia nei bagni che ti fa sentire l'attenzione che l'organizzazione mette, vecchietti che svolgono qualche piccola attività come l'assistenza ai bagni o il recupero dei carrellini. Tutto è piacevole. Ti senti sicuro. Un susseguirsi di boutique e ristoranti di varie nazionalità, cinema gratuito, spettacoli nei piazzali interni, acquari, aiuole meravigliose, spazi per giochi dei bambini. Siamo ormai lontani da Hanoi, dal suo aeroporto essenziale dove dirigono tutto i militari. Sull'aereo ci hanno dato dei moduli per ottenere i visti di accesso. In basso è scritto in rosso a caratteri grossi: attenzione l'uso delle droga è punito con la pena di morte. Tanto per capirsi.
Che facciamo? Attendiamo sei ore dentro o rischiamo una passeggiata fuori? Rischiamo!
Al posto di immigrazione compiliamo i moduli. Approfitto per fare due chiacchiere con un giovane poliziotto. Tra gesti ed inglese ci capiamo. Una cortese signorina ci dice che un big taxi sarà a nostra disposizione tra n paio di minuti. E' così. Un simpatico autista di origine cinese ci porta in giro per un paio di ora. Architetture avveniristiche si susseguono in un intreccio di forme e di colori. Gente che passeggia con aria soddisfatta. Ancora pulizia e ordine. Tante vetrine. Tante luci dai grattaceli. Nemmeno Roma o Milano possono competere. Qui siamo nel futuro, in un'Asia diversa, dove noi non potremo arrivare loro sono già. A due ore e mezzo da Hanoi.
Un amico mi chiederà se a Singapore mi sono divertito. No. Forse se fossi arrivato da Lecce a Singapore mi sarei divertito. Sono meravigliato; a volte stupefatto. Ma da Hanoi a Singapore non sono divertito. Nessuno di noi lo è, specialmente Luna. Troppo stridore di situazioni. Qualche cosa non funziona. Noi amiamo il Vietnam e siamo addolorati. Perché tanta differenza? Perché tanta indifferenza? Certo l'uomo può realizzare cose magnifiche. E' bello anche questo.
Ora il grande balzo. Si parte all'una di notte. Vi immaginate l'aeroporto di Roma aperto di notte? Come potrebbe. Qui l'attività non si ferma mai. Questo è un crocevia del mondo.
La notte in aereo è movimentata. Il personale è magnifico, premuroso e sorridente. La Polpetta alterna dormite rigorosamente in braccio a piccoli sonni nella culletta. Mangia il suo primo omogenizzato di frutta offerto dalla Singapore Aerlain. Rosalba, vinta dalla stanchezza, stende una coperta per terra e ci si butta sopra sotto la culletta. Karol dorme su due sedili. Le ragazze sono dietro e si intrecciano su tre sedili. Le nazioni scorrono sotto di noi. Sino all'alba. Alle cinque si fa colazione. Alle otto si atterra. I carrelli costano un euro ciascuno. Ben arrivati. Noleggiamo un furgoncino nove posti e partiamo per Lecce. Divertente e scomodo. Arriviamo alle 18,45 in tempo per la Santa Messa. E' già festa con gli amici.

Il Vietnam che abbiamo visto






















lunedì 28 marzo 2011

ultima sera ad Hanoi

Non poteva mancare un'ultima volta tutti insieme ad Hanoi, prima del ritorno a casa. Il referente aveva indicato un ristorante indiano. Vabbè, tanto ormai ... E invece no, sorpresi anche questa volta. Camerieri e scarafaggi erano in pari numero, tanto per non fare torto a nessuno. Marco mi chiedeva sorridendo: chi sa cosa c'è dentro, ammiccando alla ciotola nella quale il riso copriva il montone. Solo Luna non ce l'ha fatta; tutti gli altri hanno mangiato. I gamberetti erano stati imbalsamati con un intruglio talmente piccante che la lingua aveva perso la capacità di distinguere i sapori. Forse il cuoco non aveva seguito la sua giusta vocazione ...
In ogni caso ne scarafaggi ne peperoncini erano riusciti a metterci di cattivo umore. A tutti era piaciuto stare insieme. Un piccolo dispiacere pensare che eravamo li ancora per poco.
Una volta rientrati un ultimo sforzo per finire le valigie. Quante emozioni si accavallavano di notte. Ultima notte ad Hanoi.
Dalle otto alle nove per scendere giù le valigie. Non ho il tempo di fare colazione. Il nostro taxi sette posti non era sufficiente per accoglierle tutte, ed allora due figlie e qualche valigie nel taxi degli amici. Poi verso l'aeroporto. Case, case, case e fiumi di motorini. Macchine che si intrecciano. Il traffico pittoresco di Hanoi. E poi risaie, il grande fiume, ponti e strade. Tombe sparse nei campi e donne piegate sulle piantine con le gambe in acqua. A volte con degli stivali a volte senza. Cappelli a punta. La grande zona industriale; la torre di controllo. Nessun timore più. Nulla da temere dagli sconosciuti. Già nostalgia di persone e luoghi. Anche la ragazza che teneva in braccio i bambini delle famiglie italiane in albergo era dispiaciuta. Era incinta di tre mesi. Veniva a lavorare in motorino. Servizievole e sorridente. Il suo compito era pulire e sistemare i tavoli della colazione. Spesso, quasi sempre, prendeva tra le braccia i nostri bambini e li coccolava mentre mangiavamo. Un viso amico. Ed un viso stupido: quello dell'addetto alla sicurezza che salutava con un "ciao ciao" le nostre forbicine che finiva in un contenitore. Ma si, si parte. Braccia tese verso "Salerno" che vola con la compagnia malese mentre ci imbachiamo con "Lucca" e la sua splendida bambina, italiana dai tratti somatici cinesi. Sorellina di un giovane draghetto vietnamita. Il mio Karol attaccato a lei per sfruttare ogni momento per giocare insieme. Bellissimo con passaporto in mano e piccolo troller al traino. Si parte veramente.






















Ho appena inserito sul lato sinistro in basso una poesia toccante di Madre Teresa di Calcutta. E' molto conosciuta e compare su molti blog, ma volevamo farla leggere a chi non la conosce.
Grazie ancora.

Finalmente a casa insieme

Ora è ancora lì nel letto che dorme. Ieri degli amici fantastici ci hanno preparato un accoglienza fantastica, con palloncini e abbracci calorosi. La polpetta li guardava con faccia interrogativa, ma è stata fin troppo tranquilla.
Eravamo molto stanchi perchè il viaggio è moooooolto lungo e faticoso. Tra l'altro abbiamo fatto tappa anche a Singapore,sembrava di essere arrivati su un altro pianeta. La compagnia di amici e parenti, le telefonate,etc ci hanno sollevato davvero tantissimo. 
Certo che è strano raccontarlo....sembra davvero impossibile....da Lecce ad Hanoi passando per Singapore e Roma, un bel salto...
un abbraccio a  tutti e grazie per averci seguiti in questa avventura 
Continua.......

giovedì 24 marzo 2011

abbiamo il visto!!!

Oggi l'ambasciata italiana ha rilasciato a tutti i papà del gruppo il visto di ingresso sui passaporti dei bambini. Potremo ripartire come da programma sabato alle 13,15 locali per arrivare a Roma alle 8 circa di domenica. Noleggeremo un pulmino e ci incammineremo verso Lecce.
Non che abbiamo fretta di rientrare. Queste tre settimane sono volate. Un po' di tempo per far sentire la Polpetta in famiglia. Quante braccia sconosciute l'hanno presa; quanti baci ha ricevuto. Quanti sorrisi scambiati. Le perone qui amano i bambini e te li prendono dal passeggino o dalle braccia. Anche i ragazzi dimostrano molto affetto.
Abbiamo avuto molto da questo Paese. Pensavo a cosa ho lasciato. Forse la cosa migliore che ho fatto è spingere un passeggino con Karol Elia addormentato che stringe la sorellina addormentata anche lei. Un abbraccio che ha spalancato molti sorrisi lungo la strada.
Siamo stati fortunati anche a trovare delle splendide famiglie con le quali abbiamo condiviso questa irripetibile esperienza. Ci siamo sentiti bene con loro e molto uniti. Le differenze tra di noi sono state una nota di colore, come i colori delle magliette. Nulla che ci abbia diviso.
Oggi abbiamo pranzato in due torri avveiristiche in uno dei tanti ristoranti del quinto piano. Il posto è caratteristico ed anche un po' strano: avevamo davanti dei fori nei quali inserire un pentolina con del brodo. Il pentolina veniva scaldato elettricamente tramite una manopola posta dinanzi a ciascuno. Un nastro trasportatore faceva passare davanti a noi delle strane cose, che poi abbiamo capito essere rappresentate da dei disegni posti sul nastro stesso. Cinque minuti di scena fantozziana con un giovanisssimo cameriere che cercava di spiegarci cosa offrisse il locale. Alla fine, in un eccesso di ottimismo, sono uscito con un liberatorio "ma porta cè buei". Subito il ragazzo ha portato dei piattini con carne, gamberi, polipetti, salsicce, tutto da cuocere nel pentolino. E' stato divertente ed abbiamo pranzato.
Mille acquisti lungo la strada che dal lago porta in albergo e allegra cena con quasi tutte le familgie.
I primi partiranno domani.
Ora vado ad abbracciare la mia Polpetta. Grazie a Dio.

mercoledì 23 marzo 2011

Ha Long Bay, una delle sette meraviglie del mondo

Una giornata indimenticabile. Sicuramente l'autobus sgangherato è stato stancante, ma ne valeva la pena. Già prima di arrivare alla baia abbiamo fatto una tappa nel luogo in cui ricamano dei bellissimi quadri e dove lavorano le ceramiche di forme strane che poi vengono laccate con colori accesi. Quando siamo arrivati, invece, abbiamo preso un battello ( purtroppo non a vapore ) interamente di legno, stile "pirati dei Caraibi". E' stato bellissimo ammirare quei paesaggi dove la guida dice si possano vedere anche le scimmie. Noi, però, abbiamo visto solo falchi che scendevano in acqua a pescare.
Siamo saliti anche su una barchetta che ci ha portato nei vari buchi da cui si esce in laghetti circondati da queste meravigliose montagne che escono dall'acqua.
Abbiamo preso due kayak e ci siamo divertiti da matti ( Karol col giubbottino era stupendo!! )
Il pranzo è stato ottimo e sarebbe stato ancora più buono e non avessimo visto che lavano le stoviglie con l'acqua sporchissima del mare e che tagliano il pesce a terra...
L'ultima tappa nella baia delle perle è stata la visita a una grotta enorme colorata con luci variopinte e piena di fontanelle artificiali. Poi nuovamente l'autobus e ora siamo qui.
Un abbraccio a tutti 



 VENDITORI AMBULANTI







LA GROTTA 

IL COCCO