sabato 19 marzo 2011

Venerdì

Abbiamo il passaporto della polpetta. Negli uffici per i documenti lavorno i militari. La piccola e simpatica ragazza vietnamita che ci fa da interprete è abituata a comandare i piccoli drappelli di papà ubbidienti ed ossequiosi. Lunedì chiederemo in ambasciata il visto per l'ingresso dei nostri piccoli in Italia. Entreranno come extracomunitari. Avranno il passaporto italiano dopo molti mesi. Gli Spagnoli ci mettono otto giorni. I Danesi tre. Pazienza.
Notizie dall'interno: la dissenteria non mi abbandona; mi sembra di aver adottato anche un certo numero di germi locali con i quali ho un rapporto conflittuale. Loro mi amano e io non li posso cecare. Riferisco della situazione in frequenti ed intense riunioni di gabinetto. E fu sera e fu mattino e ridendo e scherzando siamo arrivati al settimo giorno. Spero di non dover continuare queste mie dall'ospedale francese. Almeno un sospiro, una giaculatoria al Signore per me è gradita.

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