lunedì 28 marzo 2011

ultima sera ad Hanoi

Non poteva mancare un'ultima volta tutti insieme ad Hanoi, prima del ritorno a casa. Il referente aveva indicato un ristorante indiano. Vabbè, tanto ormai ... E invece no, sorpresi anche questa volta. Camerieri e scarafaggi erano in pari numero, tanto per non fare torto a nessuno. Marco mi chiedeva sorridendo: chi sa cosa c'è dentro, ammiccando alla ciotola nella quale il riso copriva il montone. Solo Luna non ce l'ha fatta; tutti gli altri hanno mangiato. I gamberetti erano stati imbalsamati con un intruglio talmente piccante che la lingua aveva perso la capacità di distinguere i sapori. Forse il cuoco non aveva seguito la sua giusta vocazione ...
In ogni caso ne scarafaggi ne peperoncini erano riusciti a metterci di cattivo umore. A tutti era piaciuto stare insieme. Un piccolo dispiacere pensare che eravamo li ancora per poco.
Una volta rientrati un ultimo sforzo per finire le valigie. Quante emozioni si accavallavano di notte. Ultima notte ad Hanoi.
Dalle otto alle nove per scendere giù le valigie. Non ho il tempo di fare colazione. Il nostro taxi sette posti non era sufficiente per accoglierle tutte, ed allora due figlie e qualche valigie nel taxi degli amici. Poi verso l'aeroporto. Case, case, case e fiumi di motorini. Macchine che si intrecciano. Il traffico pittoresco di Hanoi. E poi risaie, il grande fiume, ponti e strade. Tombe sparse nei campi e donne piegate sulle piantine con le gambe in acqua. A volte con degli stivali a volte senza. Cappelli a punta. La grande zona industriale; la torre di controllo. Nessun timore più. Nulla da temere dagli sconosciuti. Già nostalgia di persone e luoghi. Anche la ragazza che teneva in braccio i bambini delle famiglie italiane in albergo era dispiaciuta. Era incinta di tre mesi. Veniva a lavorare in motorino. Servizievole e sorridente. Il suo compito era pulire e sistemare i tavoli della colazione. Spesso, quasi sempre, prendeva tra le braccia i nostri bambini e li coccolava mentre mangiavamo. Un viso amico. Ed un viso stupido: quello dell'addetto alla sicurezza che salutava con un "ciao ciao" le nostre forbicine che finiva in un contenitore. Ma si, si parte. Braccia tese verso "Salerno" che vola con la compagnia malese mentre ci imbachiamo con "Lucca" e la sua splendida bambina, italiana dai tratti somatici cinesi. Sorellina di un giovane draghetto vietnamita. Il mio Karol attaccato a lei per sfruttare ogni momento per giocare insieme. Bellissimo con passaporto in mano e piccolo troller al traino. Si parte veramente.






















Nessun commento:

Posta un commento